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Arenzano birdwatching in Liguria Italia hotspot migrazione rapaci raptors migration in Italy | Arenzano | Liguriabirding

Arenzano


Dove fare birdwatching:

LE ALTURE DI ARENZANO

a cura di Ennio Critelli
collaborazione di Carla Rapetti e Gabriella Motta

 

L’immediato entroterra di Arenzano offre, da sempre, l’affascinante spettacolo della migrazione degli uccelli, dai piccoli e tenaci passeriformi ai grandi ed eleganti rapaci, facendo del sito che andiamo a descrivere uno dei più interessanti della Liguria dal punto di vista delle osservazioni ornitologiche.
Se poi focalizziamo l’attenzione sul Biancone, un maestoso rapace migratore che ogni anno attraversa la nostra regione, possiamo affermare che la zona in questione è, a livello europeo, di estrema importanza per il numero di individui osservabili.

IL TERRITORIO
 



 vista dell’Alta Via dei Monti Liguri (foto C.Rapetti)

 

La notevole concentrazione di specie che transitano durante i periodi migratori non è, naturalmente, dovuta al caso ma ha una stretta correlazione con le caratteristiche morfologiche della zona.
In questo punto, infatti, la catena appenninica, che corre per chilometri parallelamente alla costa, si avvicina improvvisamente al mare, raggiungendo la sua distanza minima e determinando, in questo modo, una sorta di "collo di bottiglia" che concentra gli uccelli migratori in una fascia piuttosto sottile di territorio.
In una striscia di circa 4-5 chilometri, infatti, si va dal livello del mare ai quasi 1200 metri dei rilievi retrostanti.

Gli uccelli che migrano seguendo rotte parallele alla costa ligure, condizionati dalla situazione orografica, finiscono per concentrarsi in questa sorta di corridoio naturale, diventando più facilmente "censibili" da un osservatore che si trovi posizionato su un’altura come, ad esempio, quella denominata Punta Goetta, alle spalle di Arenzano.
La densità del flusso migratorio è così importante che qualche anno or sono, a seguito di una proposta della Lipu, l’Enel provvide ad installare sui cavi di un vicino elettrodotto delle sfere di plastica colorata, allo scopo di ridurre il pericolo di impatto degli uccelli.
Questa misura fu presa per salvaguardare, soprattutto, l’incolumità delle varie specie di rapaci diurni che, in avverse condizioni metereologiche e scarsa visibilità, avevano grandi probabilità di non riuscire ad evitare le linee elettriche.

 



Il "collo di bottiglia" naturale alle spalle di Arenzano

 

La vegetazione che ricopre gran parte della zona interessata dal passaggio di migratori è costituita da macchia mediterranea, un insieme di arbusti ed alberelli sempreverdi a formazione spesso così densa da risultare impenetrabile.
Lentisco, alaterno, fillirea, terebinto, mirto, timo ed erica sono tra le essenze più rappresentate, mentre la presenza di pini è opera dell’azione dell’uomo.
Il pino sta ormai scomparendo a causa di un parassita, una piccola cocciniglia che sta gravemente minacciando l’intera popolazione di pino marittimo.
Per contro, una vegetazione bassa ci ha permesso, in questi anni, di osservare al meglio i migratori e di godere della compagnia di molte silvie come, ad esempio, la magnanina e l’occhiocotto.

 

Euforbia - Smilax - Mirto - Alaterno - Terebinto (foto G.Motta)


UN PO’ DI STORIA

Da qualche decennio, ormai, alcuni particolari punti d’osservazione alle spalle di Arenzano sono considerati hot spots da parte degli ornitologi che, con l’ausilio di osservatori volontari, hanno potuto iniziare a tracciare una mappa "spazio-temporale" degli spostamenti degli uccelli, contribuendo ad aumentare le conoscenze sul fino ad allora poco approfondito fenomeno della migrazione in Liguria.
Lo studio della migrazione continua tuttora grazie ad osservatori che passano molte ore di vedetta, nei periodi più interessanti dell’anno, a censire tutte le specie in transito.
Ma è a seguito della nascita di Ebn, la rete telematica dei birdwatchers italiani, ed il conseguente vertiginoso aumento degli scambi di informazioni tra i suoi iscritti, che questi siti hanno ricevuto una consacrazione fenomenale tra questi ultimi, al punto da far nascere e consolidare iniziative annuali come, ad esempio, il "Biancone Day".
Quest’evento, organizzato congiuntamente da Ebn e Lipu nel periodo di picco migratorio del Biancone (Circaetus gallicus), attorno alla seconda decade di marzo, riunisce ogni anno a Punta Goetta numerosissimi appassionati, provenienti da varie parti d’Italia.
L’evento, complice anche la splendida posizione panoramica, alta sul mare, si trasforma sempre in un happening dove l’osservazione del transito migratorio ha un ruolo centrale ma è anche occasione per condividere, tra amici, la stessa passione.

 


IL BIANCONE

Il Biancone, grande rapace tran-sahariano che, non a caso, abbiamo scelto per l’animazione introduttiva del nostro sito, è la specie che più d’ogni altra rende in qualche modo famose le alture di Arenzano tra gli studiosi e gli appassionati di ornitologia.
Questo perché la zona in questione è quella dove si possono osservare le maggiori concentrazioni di questa specie durante la migrazione primaverile e, anche se in misura inferiore, durante quella post-riproduttiva.
In Primavera il passaggio dei Bianconi provenienti dall’Africa, attraverso lo stretto di Gibilterra, è notevolmente superiore, per quantità, anche a punti internazionalmente conosciuti come lo stretto di Messina.
Una volta attraversata la Liguria questi affascinanti rapaci si dividono seguendo rotte differenti che li portano ai siti di nidificazione nell’Europa dell’est ma anche lungo la nostra penisola.
Anche per questa specie, grazie all’aumentato numero degli osservatori, sono tuttora in corso progetti di monitoraggio che hanno lo scopo di fare luce su tutti i corridoi normalmente utilizzati durante il passaggio in Liguria.
Per maggiori informazioni vedi l’articolo pubblicato su >> Q.B.n.10

 

 


 

 



LE SPECIE VISIBILI
 

 

 



Biancone-Day - 20 marzo 2005
Biancone-Day - 19 marzo 2006
Biancone-Day - 18 marzo 2007


 

 

 



Il Centro Ornitologico e di Educazione Ambientale

 

 

 



PUNTA GOETTA E IL CURLO

 

Il punto comunemente usato per le osservazioni, e più comodo da raggiungere, si trova sulla cima di una collina, punta Goetta (308 s.l.m.), parzialmente attrezzata ad area pic-nic.
Questo sito si trova a poche decine di metri sopra uno spiazzo dove è possibile parcheggiare l’auto, in località Curlo.
Dalla collina si ha un’ottima visuale, a 360 gradi, sul territorio circostante, fatto che consente di osservare agevolmente sia i migratori che passano sul mare sia quelli che transitano a ridosso della dorsale appenninica.
Ma nella condizione ideale, non rara a verificarsi, ci si può trovare ad ammirare gli uccelli in migrazione passare vicinissimi al punto d’osservazione ed i rapaci veleggiatori cercare le termiche che si formano sui fianchi della collina, direttamente sulla propria verticale.
In questi casi lo spettacolo è assicurato.

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Punta Goetta



PUNTA BARDELLA

In caso di cattive condizioni atmosferiche, con nuvole molto basse o avvolgenti punta Goetta, potrebbe essere conveniente fermarsi un pò più in basso, nel parcheggio prima del Curlo, in località Agueta.
Seguendo la sterrata che sale verso destra, parallelamente alla lunga recinzione di una villa, si può raggiungere, in pochi minuti,  un pratone leggermente in discesa che costituisce una specie di balconata verso ovest.
Anche da questo punto si possono fare ottime osservazioni.
Questa zona è da tenere in considerazione soprattutto in caso di manifestazioni sportive che impegnano gli atleti sulla salita per il Curlo e ne rendono congestionato il già ridotto parcheggio.

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 Località Agueta - il parcheggio - 
- sullo sfondo punta Goetta, a destra l’inzio del tratturo per punta Bardella -



Punta Bardella
 


 

CIMA BRUCA’  - zona antistante il riparo di Scarpeggin. 

Si tratta di un ottimo punto di osservazione, molto panoramico ed in posizione più elevata rispetto a punta Goetta.
Dai suoi 510 metri circa di altitudine lo sguardo può spaziare su un buon tratto della costa ligure e, soprattutto, consentire incontri ravvicinati con gli uccelli migratori.
Lasciata l’auto al parcheggio del Curlo si prosegue a piedi, sulla sterrata, fino ad una sbarra.
Poche decine di metri oltre si prende, a destra, un sentierino che si inerpica in mezzo ad un rado bosco, fino ad arrivare (prendendo sempre a destra ai bivi) al punto panoramico dal quale effettuare le osservazioni, caratterizzato dalla presenza di grossi roccioni.
Il rifugio Scarpeggin, guardando il mare, è a sinistra, ad un centinaio di metri di distanza.

Tempi medi di percorrenza:
Curlo/sbarra - 15 minuti
sbarra/cima Bruca’ - 25 minuti

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CIMA RAMA’(610 s.l.m.)

 

Dal parcheggio del Curlo si segue, a piedi, l’indicazione "Sentiero Natura" od il segnavia per il passo della Gava contrassegnato da due palle rosse.
In pratica si percorre una strada sterrata, poco faticosa e molto panoramica, lungo la quale si incontra una sbarra, da oltrepassare, per proseguire fino ad una zona pianeggiante con visibili degli sfalci (prato Liseu).
A questo punto si deve salire sulla collinetta a sinistra dello sterrato.
Da qui si ha un’ottima visuale della sottostante Val Lerone, spesso percorsa dai rapaci (specialmente falchi Pecchiaioli), che vi s’infilano in direzione del passo della Gava (raggiungibile proseguendo sulla sterrata)

Tempi medi di percorrenza:
Curlo/sbarra - 15 minuti
sbarra/prato Liseu - 30 minuti

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Prato Liseu  (foto C.Rapetti)

 



QUANDO ANDARE

 

I periodi più interessanti per effettuare osservazioni da questi siti sono quelli coincidenti con la migrazione primaverile o pre-nuziale, da marzo a maggio, e con quella tardo-estiva/autunnale o post-nuziale che si verifica nei mesi di settembre ed ottobre.

COME ARRIVARE

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IL VESTIARIO

Le condizioni climatiche della zona, specialmente nel corso delle stagioni intermedie, possono essere estremamente variabili e fortemente condizionate dalla presenza del vento, dalla copertura nuvolosa e dalla quota raggiunta.
Nel medesimo periodo primaverile, ad esempio, ci si può trovare a godere di una tiepida giornata di sole come ad essere sferzati da un clima ancora nettamente invernale.
E’ consigliata un’attrezzatura atta a poter fronteggiare le varie eventualità.

 

 

Riferimenti:
Quaderni di Birdwatching n.3:
Il Parco del Beigua: l’entroterra di Arenzano di Luca Baghino.