testi e foto di Pierpaolo Pessano
grafica di Ennio Critelli
Primi giorni attraverso la Lapponia
Il viaggio, in compagnia dei “colleghi” fotografi Maurizio e Lorenzo, comincia in Finlandia, a Rovaniemi, la città di Babbo Natale, posta esattamente sul circolo polare artico (che è magistralmente segnato sul tetto di un autogrill, dal lato opposto della strada rispetto al villaggio di Babbo Natale stesso). Affittiamo l’auto lì e ci dirigiamo verso nord, attraverso la Lapponia finlandese.
Già il viaggio, attraverso paesaggi mozzafiato fatti di boschi e laghi, e la luce perenne (viaggiamo di “notte”, che notte non è), regala diverse osservazioni di pregio. Due Spatole (Platalea leucorodia), appena fuori la città, poi lungo il tragitto diverse coppie di Quattrocchi (Bucephala clangula), quasi onnipresenti nei vari specchi d’acqua ma davvero timidi e poco confidenti, ma mai al livello delle Pesciaiole (Mergellus albellus), presenti in buon numero ma con una distanza di fuga da “non vi facciamo nemmeno fermare l’auto per due foto al volo”. Una delle specie che più avrei voluto vedere, per le foto sarà per la prossima...concludono la lista degli acquatici osservati lungo il tragitto finlandese le Morette (Aythya fuligula), gli Smerghi minori (Mergus serrator) e le prime Strolaghe minori (Gavia stellata), tutti davvero troppo lontani nei grandi laghi per delle foto apprezzabili.
Quattrocchi (Bucephala clangula)
Pesciaiola (Mergellus albellus)
Strolaga minore (Gavia stellata)
Smergo minore (Mergus serrator)
Nelle abetaie lapponi sogniamo l’Ulula, ma l’unico rapace che osserviamo è un Gheppio (Falco tinnunculus) in caccia nel prato antistante un’abitazione. Con tutto il rispetto per il Gheppio, la nostra attenzione è maggiormente attratta da un altro uccello: una coppia di Beccofrusoni (Bombycilla garrulus) che vola accanto all’auto, per poi posarsi su un abete, il che ci permette di fare un paio di scatti non indimenticabili ma che restano come ricordo di questa specie iconica. Ne vedremo anche altri, sempre lontani, tra i germogli di betulla.
Beccofrusone (Bombycilla garrulus)
Lungo tutto il viaggio, a bordo strada contiamo tante femmine di Gallo cedrone (Tetrao urogallus) intente a cibarsi nell’erba bassa, qualche femmina di Gallo forcello (Lyrurus tetrix), relativamente più timide delle “cugine” e un maschio di entrambe le specie, ormai meno confidenti essendo terminato il periodo delle lotte territoriali. La cosa buffa è che, una settimana dopo, al ritorno, non ne vedremo nemmeno più una.
Gallo forcello (Lyrurus tetrix)
Gallo cedrone (Tetrao urogallus)
Superata la città di Ivalo ci fermiamo a schiacciare un pisolino a bordo strada, in corrispondenza di un lek di Combattenti (Calidris pugnax) piuttosto sonnacchiosi anche loro, con quattro maschi presenti ma senza apparente voglia di lottare. La zona, una palude in cui la foresta inizia a cedere il passo agli spazi aperti, ci regala finalmente l’Ulula (Surnia ulula), posata lontana su un filo elettrico, e un ancor più lontano Gufo di palude (Asio flammeus) in caccia. Entrambi soggetti con cui non avremo molta fortuna, almeno dal punto di vista fotografico.
Combattente (Calidris pugnax)
Combattente (Calidris pugnax)
Combattente (Calidris pugnax)
La penisola e il fiordo di Varenger
Paesaggisticamente la Lapponia finlandese, coi suoi laghi e i suoi boschi (anche se le industrie del legname stanno compiendo diversi scempi) è fantastica, a bordo strada ci accompagnano anche tante Lepri variabili (Lepus timidus) che stanno mutando la pelliccia e quindi appaiono nelle più diverse colorazioni.
Lepre variabile (Lepus timidus)
Mano a mano che procediamo il bosco passa da predominanza di abeti a quella delle betulle, e la comparsa del fiume Karasjohka ci dice che siamo in Norvegia: il suddetto corso d’acqua segna il confine tra i due paesi. La cosa divertente è che, attraversando il ponte, cambia anche l’ora, poiché la Finlandia è a +1 rispetto a noi e alla Norvegia.
Dimenticavo di menzionare un mammifero onnipresente, e a cui bisogna prestare attenzione quando si guida, ovvero le renne, che ci par di capire essere qui sono sostanzialmente l’equivalente delle nostre mucche. Lo scrivo perché, poco oltre il confine norvegese, un altro mammifero mi fa inchiodare, comparendo a bordo strada. Un piccolo...alce (Alces alces), seguito poco dopo da un altro. Rimane per un po’ immobile in un prato, per poi dileguarsi tra le betulle.
giovane alce (Alces alces)
Procediamo verso la penisola di Varanger, nei laghetti a bordo strada, tra il bosco, aggiungiamo altre specie di anatidi alla check-list: oltre alle solite Morette, Codoni (Anas acuta) e Alzavole (Anas crecca), tutte estremamente timorose che si involano al solo rallentamento dell’auto. Superato il fiume Tana nei pressi dell’abitato di Tana bru, la E6 vira verso est. Il bosco inizia a diminuire di altezza ed a diradarsi: inizia il fiordo di Varanger, che noi costeggeremo nel suo lato nord, lungo la E75.
Gli avvistamenti a questo punto si susseguono rapidi: Aquile di mare (Haliaeetus albicilla), Beccacce di mare (Haematopus ostralegus) ovunque, persino nidificanti sui tetti, Falaropi beccosottili (Phalaropus lobatus) ancora in mare (li vedremo poi meglio nei laghetti), spiagge con decine e decine di limicoli, tra cui a dominare sono i Piovanelli pancianera (Calidris alpina) e i Corrieri grossi (Charadrius hiaticula), senza contare i laridi, tra cui decine di Gabbiani tridattili (Rissa tridactiyla), una costante a queste latitudini, Mugnaiacci (Larus marinus) e Gabbiani reali nordici (Larus argentatus).
Aquila di mare (Haliaeetus albicilla)
Beccaccia di mare (Haematopus ostralegus)
Falaropo beccosottile (Phalaropus lobatus)
Corriere grosso (Charadrius hiaticula)
Piovanello pancianera (Calidris alpina)
Gabbiani tridattili (Rissa tridactiyla)
Mugnaiaccio (Larus marinus)
sulle sterrate tra Vadso e Vardo
In corrispondenza di Vadso, la principale cittadina di Varanger, gli ultimi alberi cedono definitivamente spazio alla tundra. Siccome il nostro alloggio non è ancora disponibile, procediamo e, una costante per i giorni successivi, battiamo tutte le stradine sterrate che dalla e75 entrano nella tundra. In cerca di un famoso lek di Combattenti, che troveremo successivamente, sbagliamo strada ma, nonostante ciò, incontriamo alcune specie iconiche di queste terre: Labbi (Stercorarius parasiticus), posati a distanza, una Pernice bianca nordica (Lagopus lagopus) (nei giorni successivi saranno un po’ ovunque), un Chiurlo piccolo (Numenius phaeopus), un Labbo codalunga (Stercorarius longicaudus) apparentemente in cova e, soprattutto, i Pivieri dorati (Pluvialis apricaria), che con la loro presenza e i loro richiami ci accompagneranno per tutta la durata del soggiorno, se dovessi scegliere il vero e proprio uccello simbolo della tundra sceglierei loro.
Labbi (Stercorarius parasiticus)
Labbo codalunga (Stercorarius longicaudus)
Pernice bianca nordica (Lagopus lagopus)
Chiurlo piccolo (Numenius phaeopus)
Piviere dorato (Pluvialis apricaria)
Ormai svegli da non so quante ore, ma con l’adrenalina a mille, esploriamo come già detto il lek di combattenti (ci andremo il giorno seguente) e i vicini laghetti, che ospitano una coppia di Strolaghe minori e alcuni Falaropi beccosottile a cui nei giorni seguenti si aggiungerà una coppia di Morette codone (Clangula hyemalis), che chi mi conosce sa essere uno dei miei uccelli preferiti – ce l’ho pure tatuata. Da un amico presente in zona già da una settimana ci arriva poi una segnalazione clamorosa: a Vardo (il comune più orientale della Norvegia e l’unica zona della Norvegia continentale che rientra nel clima artico) c’è una Strolaga beccogiallo (Gavia adamsii) in abito, che fortunatamente fotografiamo e che resterà, per la gioia dei tanti birdwatchers e fotografi che giungono in questo periodo qui, diversi giorni in zona. Prima della galleria che collega la penisola all’isola su cui sorge Vardo, c’è un curioso assembramento di Morette codone, probabilmente lì in attesa che nei laghetti della tundra, dove la specie nidifica, si sciolga il ghiaccio perché sì, l’inverno è stato lungo quest’anno e c’è ancora parecchio ghiaccio e neve, come constateremo successivamente. Mediamente la temperatura sarà sempre sui 6/7 gradi.
Moretta codona (Clangula hyemalis)
Morette codone (Clangula hyemalis)
Strolaga beccogiallo (Gavia adamsii)
Termino qui il resoconto stile diario, perché sostanzialmente le nostre giornate saranno andare avanti-indietro tra Vadso e Vardo, per aumentare le chance di avvistamenti. In quel tratto è infatti possibile vedere praticamente tutte le specie target, ci sono alcune coppie di Gufi di palude che cacciano in prossimità di campi recintati dove allevano pecore (purtroppo saranno sempre troppo distanti per una foto), le Aquile di mare sono ovunque, negli stagni a bordo strada può capitare di tutto, dai soliti ospiti come le Morette a limicoli nidificanti come il Beccaccino (Gallinago gallinago), la Pettegola (Tringa totanus) e il Piro-piro boschereccio (Tringa glareola), spesso in canto territoriale sulla punta dei pali; in cielo, anche in questo caso sempre distanti, si vedono abbastanza di frequente le Poiane calzate (Buteo lagopus).
Pettegola (Tringa totanus)
Piro-piro boschereccio (Tringa glareola)
Da questa routine, consigliabile se si capita da queste parti, siamo venuti meno solo in due occasioni, una sfortunata, l’altra no, che racconto qui di seguito.
Partiamo da quella sfortunata, ovvero provare a spingerci nell’interno, verso Batsfjord. Si torna indietro verso Tana e si procede a nord, dove tra le betulle a bordo di un prato vediamo un maschio di Balia nera (Ficedula hypoleuca) in canto, forse uno dei maschi cantori della specie più a nord d’Europa, prima che la tundra riprenda possesso del paesaggio. La sfortuna è che qui nell’entroterra di Varanger è ancora inverno, con 1 grado di temperatura e neve e ghiaccio ovunque. Qualche temerario Piviere dorato qua e là, qualche Labbo, i Tordi sassello (Turdus iliacus), un piccolo stormo di Zigoli delle nevi (Plectrophenax nivalis). Fine. Il tutto sotto un’incessante pioggia che si fa via via nevischio. La giornata non sarà comunque da buttare perché tornati a Vadso ci fermiamo su una spiaggia dove osserviamo una bellissima Pittima minore (Limosa lapponica) di abito e un altrettanto bella Pittima reale (Limosa limosa), più rara da queste parti rispetto alla cugina.
Tordo sassello (Turdus iliacus)
Pittima minore (Limosa lapponica)
Pittima reale (Limosa limosa)
In mare sono abbondanti gli Edredoni (Somateria mollissima), mentre ormai hanno lasciato Varanger i Re degli Edredoni e gli Edredoni di Steller. Una pittima minore ricomparirà poco dopo nel prato davanti a un’abitazione, insieme a una coppia di Fischioni (Mareca penelope) e alcuni combattenti. A queste latitudini nei prati hanno queste specie, ma resistono anche Passere europee (Passer domesticus) e Ballerine bianche (Motacilla alba) a ricordarci da dove proveniamo.
Edredoni (Somateria mollissima)
Fischioni (Mareca penelope)
sull’isola di Hornoya
Decisamente meglio è andata a Hornoya, un’isola poco lontano da Vardo che sicuramente conoscerete e in cui vale davvero la pena andare.
Si fa il biglietto nel porto di Vardo e con una piccola imbarcazione ti portano (ci vogliono una decina di minuti) a vedere lo spettacolo di migliaia di uccelli marini, tra cui dominano le Urie (Uria aalge), seguite dai Gabbiani tridattili, dai Pulcinella di mare (Fratercula arctica), le Gazze marine (Alca torda), i Marangoni dal ciuffo (Gulosus aristotelis), e le Urie di Brunnich (Uria lomvia).
Uria (Uria aalge)
Pulcinella di mare (Fratercula arctica)
Gazza marina(Alca torda))
Marangone dal ciuffo (Gulosus aristotelis)
Nella zona prativa dell’isola nidifica anche la Pispola golarossa (Anthus cervinus), e tra gli scogli può apparire qualche Piovanello violetto (Calidris maritima) come fortunatamente accade. Ovviamente la presenza di prede attira i predatori, ma no, niente Girifalco, solo – si fa per dire - Aquile di mare, Labbi e Mugnaiacci. In mare, distanti, le Megattere. Il giro successivo in macchina sull’isola su cui sorge Vardo, fuori dal centro abitato (percorso che consiglio) ci fa osservare di sfuggita un Luì grosso (Phylloscopus trochilus) – ricomparirà in seguito la specie – e soprattutto un piccolo gruppetto di Fanelli nordici (Linaria flavirostris).
Pispola golarossa (Anthus cervinus)
Piovanello violetto (Calidris maritima)
Gli ultimi due giorni le temperature si alzano e finalmente, oltre agli immancabili Tordi sassello che cantano ovunque ci sia un po’ di vegetazione mediamente alta, magicamente appaiono i Pettazzurri (Luscinia svecica), uno dei piccoli passeriformi che più ci aspettavamo di vedere. Come per i tordi, anche in questo caso ogni gruppo di arbusti aveva il suo pettazzurro in canto, non solo in Norvegia, ma anche nel viaggio di ritorno attraverso la Finlandia ne incrociamo. L’ultimissimo giorno finalmente vediamo bene la Pispola golarossa, vista solo di sfuggita a Hornoya, sull’isola di fronte a Vadso, appunto Vadsoya, in prossimità di un laghetto popolato da Morette e Falaropi beccosottile e di un lek di combattenti poco propensi a farsi fotografare. Alla fine tra i piccoli passeriformi manchiamo solo l’Allodola golagialla (ci abbiamo provato in tutti i modi a trovarla ma nulla), visto che lo Zigolo di Lapponia (Calcarius lapponicus) appare quasi miracolosamente il secondo giorno a bordo di una strada sterrata in mezzo alla tundra. Poi beh, ci sono le Pispole (Anthus pratensis), ma quelle sono veramente difficili da non vedere, al pari delle Cesene (Turdus pilaris) (entrambe le specie nidificanti intorno a casa nostra).
Altra attività consigliabile è buttarsi nelle spiagge quando c’è bassa marea, perché si popolano di limicoli (meno confidenti che da noi, va detto): Pittime minori, Voltapietre, Corrieri grossi, Piovanelli violetti, pancianera, ma sfortunatamente nessun Gambecchio nano intercettato (qui è nidificante). A pochi metri dalla riva pescano le Sterne (Sterna hirundo), mentre le cugine codalunga (Sterna paradisaea) nidificano più verso Vardo, o almeno erano raggruppate lì e iniziavano a manifestare atteggiamenti territoriali, per cui non le abbiamo disturbate.
Pettazzurro (Luscinia svecica)
Combattente (Philomachus pugnax)
Combattenti (Philomachus pugnax)
Zigolo di Lapponia (Calcarius lapponicus)
verso Rovaniemi
L’ultimo giorno è il viaggio di ritorno verso Rovaniemi.
Al lek finlandese la situazione è tranquilla, ormai i combattimenti sono finiti.
Nella palude intorno cantano un Pettazzurro e una Cutrettola (Motacilla flava thunbergi).
Pettazzurro (Luscinia svecica)
Sono completamente spariti i galli cedroni, ma nei prati paludosi appaiono le Gru (Grus grus), emozionante vederle nei luoghi di nidificazione per noi, abituati piuttosto a osservarle alte nel cielo in migrazione.
Gru (Grus grus)
Ci fermiamo anche ad un ristorante lungo la superstrada, Neljän Tuulen Tupa, dove, a parte mangiare uno squisito stufato di salmone, sono presenti alcune mangiatoie per uccelli. Il contesto non è dei migliori dal punto di vista fotografico, ma si possono osservare facilmente specie molto interessanti come il Ciuffolotto delle pinete (Pinicola enucleator), la Ghiandaia siberiana (Perisoreus infaustus), e poi Peppole (Fringilla montifringilla) in abito, Ciufolotti (Pyrrhula pyrrhula), Lucherini (Spinus spinus), Verdoni (Chloris chloris).
Ciuffolotto delle pinete (Pinicola enucleator)
Ciuffolotto delle pinete (Pinicola enucleator)
Ghiandaia siberiana (Perisoreus infaustus)
Peppola (Fringilla montifringilla)
Ciufolotto (Pyrrhula pyrrhula)
Giungiamo infine a Rovaniemi, ormai è “buio”, vabbè, immaginatevi il tramonto da noi, a bordo strada si invola una Beccaccia (Scolopax rusticola), anche lei specie nidificante in questi luoghi, e mentre attendiamo l’aereo un Succiacapre (Caprimulgus europaeus) è intento a cacciare le migliaia di zanzare che, ormai cosa rara alle nostre latitudini, ti trovi spiaccicate sul parabrezza da quante ve ne sono. Interessante l’osservazione perché siamo al limite settentrionale dell’areale di nidificazione della specie. Anche le Rondini (Hirundo rustica) approfittano dell’abbondanza di insetti volanti.
Chiudo il resoconto ritornando un attimo indietro per l’avvistamento che più mi ha emozionato, uno di quegli animali che ti entra nella testa da bambino e che non credi che un giorno osserverai. No, non si tratta di un uccello, ma di una macchia bianca nella tundra che diventa sempre più nitida, piano piano ci avviciniamo e sì, è lei, una Volpe artica (Vulpes lagopus). Anzi, due volpi artiche. Una bianca, una marrone. Si chiamano, non si separano, forse son due fratelli che han passato l’inverno insieme. Il pelo sta cambiando, stanno perdendo lo spesso manto invernale in favore di quello estivo. Ci osservano, nemmeno troppo distanti, poi si allontanano nella tundra. Incredibile, sognavo di vederle ma non immaginavo qui nel Varanger, dove stanno diminuendo a causa anche dell’espansione della volpe rossa, che infatti è diventata oggetto di un piano di contenimento.
Volpe artica (Vulpes lagopus)
Volpe artica (Vulpes lagopus)
Vale la pena andare nel Varanger? Sì, sì, e sì.
Non pensateci nemmeno un secondo in più. Ci ero già stato in inverno, ci tornerò, ma in tarda primavera è uno spettacolo che ogni birdwatcher deve provare. Prima che sia troppo tardi, con i devastanti effetti del riscaldamento globale (negabile solo da qualche fesso) che qui colpiscono più che da noi.
Ovviamente c’è un costo, che come in tutto il nord Europa è alto se si parla di soggiorno e carburante (conveniva ogni volta andare a far benzina oltre il confine finlandese, pensate un po’).
Sul cibo dipende. La pizza a Vadso, per quanto sia mangiabile, è carissima. Abbiamo mangiato invece dell’ottimo pesce a un prezzo contenuto, in un ristorante a Tana bru. Ci sono un paio di supermercati a Vadso, uno a Vardo, ma parliamo di cittadine rispettivamente di 5.500 e 2.000 abitanti quindi non aspettatevi nulla di che, anche se sono comunque ben forniti. C’è un hotel a Vadso, lo Scandic, altrimenti rivolgetevi a operatori privati tramite Booking o AirBnb che offrono soluzioni molto suggestive (ma spesso costose). L’ideale è essere in un gruppetto e dividere le spese. Potete scegliere anche l’opzione avventurosa: sacco a pelo e si dorme nella tundra, utilizzabile anche per i naturali bisogni (esistono all’occorenza anche bagni esterni alle abitazione che da quanto ho compreso i locali condividono, ma prendete l’informazione con le pinze non voglio essere responsabile eheh).
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