Angeli ad Arenzano
Siamo stati a cercare gli angeli
noi, che ancora abbiamo fame di nuvole,
siamo saliti sulla collina che è in cima al mare
con i nostri occhi di metallo e le nostre ali di cartone.
E abbiam passato ore vuote ad annusare il cielo,
a far volare ricordi, come aquiloni appesi ai fili,
noi trepidi come amanti ad un incontro atteso,
noi ormai delusi dal vuoto di un’assenza.
Ma dalle porte di un altro mondo
ecco apparire, infine, gli angeli dalle ali bianche,
da terre lontane ecco i velieri senza tempo
navigare sicuri tra le nuvole grigie.
E son passati,
scivolando ad uno ad uno su traiettorie antiche,
noi, prigionieri della terra,
ad indicarne i voli con le dita,
loro, maestosi e indifferenti sulla nostra immobilità fatta di pietra.
Frammenti di bellezza appesi al cielo,
anime lievi portate dal vento,
troppo breve è questo incontro
per imparare a volare ancora.
Ma uno, forse, ci ha sorriso.
Lento e basso sopra di noi,
occhi d’oro e di vento
nei nostri occhi di muschio e di rugiada.
Un attimo, ed è tornato al cielo
oltre i brevi orizzonti delle nostre protesi di vetro
lasciandoci soli,
a contemplare il rimpianto di come eravamo.
Ennio Critelli
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