Liscio come l’olio...
E’ calmo il mare davanti a Ventotene,
come se stesse riposando con occhi socchiusi dentro l’atmosfera tiepida di questi giorni d’aprile.
Affacciato alla riva, alto sulla superficie d’azzurro liquido, sono distante da tutto, dalle voci lievi che arrivano dal porto, dagli altri birders, spariti dietro la collina, dal mondo intero che sta oltre quest’isola, lontano, al di là dell’orizzonte, forse su un altro pianeta.
Bianchi gabbiani passano e ripassano senza meta apparente, come giocattoli di latta in una giostrina caricata a molla.
E ho l’animo quieto.
Liscio come l’olio.
Poi, d’improvviso, qualcosa al confine degli occhi cattura la mia attenzione.
E’ una nota stonata, un carosello fuori tempo.
Due gabbiani reali roteano distanti da me, in pieno mare, privi della rotta lineare dei loro compagni.
Punto il binocolo e li inquadro.
Hanno movimenti convulsi, accelerazioni improvvise ed altrettante improvvise picchiate, fin quasi a toccare l’acqua.
Virano a destra, poi a sinistra, apparentemente senza motivo, in quello che sembra un gioco a due fatto, però, con un impegno estremo.
Non è un gioco,
ed i gabbiani non sono soli.
Davanti a loro mi appare un battufolo marroncino che sfreccia, a più non posso, a pochi centimetri dalla superficie del mare.
E’ una saetta che turbina le ali all’impazzata, dritta come un proiettile, veloce come può esserlo chi sa di giocarsi la vita.
La piccola Quaglia in migrazione ha affrontato centinaia di chilometri di mare aperto, ha superato le mille insidie di un volo gigantesco, calibrando attentamente le proprie energie ma, proprio ora, è stata intercettata dai due predoni.
Punta dritta alla costa, speranzosa di trovare un rifugio, di seminare i suoi inseguitori.
Molte centinaia di metri la separano dalla salvezza.
Ed io assisto ad un duello aereo che è, allo stesso tempo, affascinante e terribile.
Sono a confronto due “velivoli” nettamente diversi.
La Quaglia è come un aereo da caccia veloce ed estremamente manovrabile, il Gabbiano è un aereo da combattimento poderoso, ma certamente molto più lento nelle virate.
I “piloti” mettono in campo tutta la loro esperienza per avere la meglio in questo confronto all’ultimo sangue.
Il pilota della quaglia è sicuramente un veterano.
Affronta i due avversari con una prontezza ed una abilità che mi lasciano stupefatto.
Scarta all’improvviso, cambiando direzione così repentinamente che i due grossi reali non sanno più da che parte girarsi.
Impossibile non fare il tifo per quel piccolo essere così in gamba, che si sta giocando il tutto per tutto!
“Puoi farcela” penso tra me e me, “non mollare ora, ed i gabbiani abbandoneranno la sfida...”
Il Gabbiano reale è un animale di successo.
Perché ha un asso nella manica.
Il Gabbiano è capace di strategie, di collaborazioni, di caccia di gruppo.
La scena è stata notata da altri tre predatori, che scattano all’inseguimento.
Uno contro cinque, davvero troppo difficile.
Ma il pilota della Quaglia mi stupisce ancora: cabra, improvvisamente, portandosi sopra al gruppo dei gabbiani, poi saetta picchiando trasversalmente, proprio in mezzo alla selva d’ali bianche degli intercettori.
Sfiora l’acqua, si riprende, accelera ancora spuntando davanti al gruppo.
Stupefacente!
Ma i gabbiani sono omai un unico organismo letale.
Dandosi il cambio, a rotazione, in una sorta d’inseguimento a staffetta, possono superare i limiti della propria resistenza.
Difficilmente avrebbero la meglio in uno scontro uno contro uno.
La Quaglia, invece, non ha smesso un momento di vorticare le ali, manovrando ai limiti delle proprie possibilità, al massimo della propria velocità.
E, a tutta manetta, la costa si avvicina...
Forse c’è ancora speranza.
Il lungo volo dall’Africa, le ore interminabili a macinare chilometri sulla distesa del mare: può davvero finire tutto in un momento, ad un passo dalla salvezza?
Uno contro cinque, davvero troppo difficile.
Il piccolo caccia, colore della terra, ha un lieve cedimento, poi accenna ancora ad una debole virata, l’ultima.
Fine della benzina...
Con un contatto quasi delicato uno degli inseguitori recide la rotta del piccolo migratore, ne interrompe la corsa, mandandolo a precipitare sulla superficie del mare.
Come un fiore di piume in balìa del vento...
I Gabbiani reali ruotano su se stessi e si posano con eleganza a spartirsi il bottino.
Dal porto arrivano di nuovo voci lievi e lontane.
Bianchi gabbiani passano e ripassano senza meta apparente, come giocattoli di latta in una giostrina caricata a molla.
Il sole d’aprile accarezza il mare quieto di Ventotene.
Liscio come l’olio.
di Ennio Critelli
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